Maggiore flessibilità nell’uso degli spazi, meno routine e più contatto con la natura.
Il 65% di 2mila lavoratori del terziario, sentiti attraverso un sondaggio commissionato da Airbnb, starebbe pianificando per i prossimi mesi - sulla base di questi benefici - di lavorare da remoto, per un periodo di tempo il più lungo possibile, lontano dalla propria abituale residenza.
Una scelta che ci si aspetta paghi, non solo sul benessere psicofisico, ma anche sulla produttività e sulla qualità del lavoro.
Un deterrente per un intervistato su quattro è il costo che un trasferimento a tempo comporterebbe. Tuttavia, a cambiare sono in generale "anche le nostre abitudini di viaggio, facendo evolvere il vecchio concetto di bleasure": secondo la ricerca, "non è più infatti la trasferta di lavoro a cui ‘attaccare’ la vacanza, ma il viaggio di piacere che si porta con sé il computer per le ormai immancabili videoconferenze: il 78% ha già deciso che combinerà le due cose".
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di Michele Pierri LinkedIn News
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