Il mercato immobiliare in Italia sta attraversando un periodo di rallentamento, come evidenziato dal recente sondaggio congiunturale condotto dalla Banca d’Italia, dall’Agenzia delle Entrate e da Tecnoborsa. In particolare, i dati relativi ai prezzi e alle vendite indicano un aumento degli sconti medi e della durata delle transazioni. Il motivo principale di questa tendenza è il divario sempre più ampio tra l’offerta e la domanda di immobili.
Secondo il sondaggio, nel quarto trimestre del 2022 la quota di operatori che hanno espresso giudizi di stabilità delle quotazioni immobiliari è diminuita, mentre è aumentato il divario tra coloro che prevedono una diminuzione dei prezzi nei prossimi mesi e chi invece ritiene che le quotazioni aumenteranno. Inoltre, la quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario è scesa dal 68% al 65,3%, mentre lo sconto medio richiesto dai compratori è passato dall’8,4% all’8,8%. Anche il tempo di vendita è aumentato, salendo da 5,9 a 6,1 mesi.
Le ragioni di questo rallentamento sono legate al forte divario tra quanto richiesto dal venditore e le disponibilità di chi vorrebbe comprare. Questo fenomeno si verifica spesso quando il mercato cambia direzione, e porta spesso a una fase di stallo delle vendite. Sul fronte delle locazioni, invece, si registra un aumento dei canoni, con un’ulteriore previsione di incremento derivante dalle attese di un’inflazione ancora forte nel 2023.
In sintesi: il mercato immobiliare italiano è più debole, si fanno meno vendite e per vendere si deve spesso concedere uno sconto maggiore sul prezzo richiesto per rimanendo sul mercato per più tempo. Tutto questo si traduce in una una svaltazione commerciale delle abitazioni.
La redazione
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