la quasi totalità degli immobili residenziali in Italia sono stati realizzati negli anni '60, tra il 1955 e il 1970. In quel decennio si è costruita l'Italia residenziale.
Oggi quegli immobili sono spesso ancora utilizzati dai loro primi proprietari, appartamenti per lo più, e quasi tutti in pessimo stato di conservazione o con rimodernamenti superficiali risalenti agli anni '80.
Gli attuali proprietari stanno per raggiungere la soglia massima di vita media, tra i 75 e gli 85 anni o più; ergo nel decennio che stiamo iniziando un oceano di abitazioni passeranno in eredità, ma a chi?
Nella maggior parte dei casi si tratterà di persone tra i 45 e i 55 anni o più, probabilmente già residenti in una abitazione propria (già pagata o con un mutuo in corso) spesso con una situazione lavorativa precaria o insufficiente a dare stabilità e sicurezza a sé e ancor meno ad un nucleo famigliare. Famiglie che stanno Vivendo un forte contrasto con le esperienze maturati in gioventù, lontani dalle esperienze vissute dai loro genitori, questi ultimi hanno infatti potuto fare lo stesso lavoro per tutta la vita, in molti casi nella stessa azienda per tutta la vita; e ricavandone in beneficio un ritmo di vita famigliare regolare, entrate economiche sufficienti a comprare casa per se e per i figli e ad affrontare imprevisti anche gravi.
Oggi per i loro eredi, figli e nipoti, non è così. In balia di una situazione politica e sociale tragica, per molti di loro gli immobili che si ritroveranno tra le mani fra uno, tre o cinque anni saranno una opportunità quanto un problema. Una opportunità se sapranno trasformarli in ricchezza, un grosso problema in ogni altro caso poiché i costi oggi giorno per mantenere un immobile, manutenzioni obbligatorie quando inevitabili, costi condominiali, imposte sugli immobili e le tasse ad essi legati, senza contare gli atti notarili per entrarne in possesso e le pratiche tecnico documentali ad esse legate (sistemare le difformità urbanistiche che in quegli immobili certamente troveremo) costituiranno un salasso per le tasche dei nuovi proprietari.
E se questi immobili arrivassero in modo massiccio sul mercato delle compravendite in questo decennio? (e lo faranno) che fine faranno i prezzi degli immobili? e le provvigioni delle agenzie?
Voi agenti immobiliari, siete pronti a tutto questo? Avete delle strategie a riguardo? Cosa ne pensate?
di Luca Boscardelli per FacesofRE.com
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Commenti
Sinceramente non credo che questo cambio generazionale, influisca sul mercato attuale e futuro, (anzi, proprio per il fatto che questi immobili sono ormai provi di debiti verso le banche, e chi li erediterà saranno sostanzialmente famiglie senza prospettive rosee per quanto riguarda la certezza lavorativa a lungo termine, quindi soggetti fantasma per il mercato del credito), manterranno la loro ordinaria funzione, non portando alcun incremento nei mercati di riferimento. Fatta eccezione per le seconde case, che potrebbero registrare un aumento di immobili immessi sul mercato per monetizzarne il valore e ripianare eventuali debiti, cambiare casa, liquidità per ristrutturazioni, beni mobili e viaggi. Quindi concentrerei l'analisi sul patrimonio immobiliare superfluo, seconda/terza casa.