Disintermediazione o innovazione?

Per un gommista questa che vedete nella foto è disintermediazione, ed è un prodotto a cui non dovreste mai accedere! Giusto o sbagliato?

 Ma di cosa si tratta?

0?e=1588809600&v=beta&t=o_87mhSzJf4qmSA9qGTFUn4IwmEl4Rd6EgZ382XeWw8sono pneumatici senza pressione.

Non possono forarsi, non vi lasciano a piedi a meno che non siate coinvolti in sinistri e imprevisti molto dannosi. Si devono cambiare solo ad avvenuto consumo del battistrada (secondo legge).

Ma si sta già pensando ad andare oltre, ad un pneumatico come questo ma con cerchione incorporato (che verrà poi recuperato dagli "esausti" alla fine dell'utilizzo).

Con un prodotto come questo chiunque potrà da solo, cambiarsi i copertoni con la chiave per i cerchioni e il cric in dotazione di serie nell'auto; oppure da un'officina meccanica non specializzata, ma potrebbe farlo anche il benzinaio, con un notevole incremento delle location in cui fruire del servizio, e un sicuro abbattimento dei costi dell'intervento. Eccovi ora il dilemma: Voi cosa ne pensate? Si dovrebbe porte accedere a questa opportunità o dovrebbe essere ostacolata?

Il riferimento alla proptech del nostro settore è evidente, ma ritengo che questo metodo di osservazione, utilizzato nellarticolo, sia il giusto punto di partenza per comprendere come si dovrebbe guardare il mondo ed il proprio lavoro.

ATTENZIONE: Se rispondeste " ma il mio settore è differente" sarebbe come quando un cliente vi dice "...ma casa mia è diversa" oppure "la comperata/costruita mio padre, deve valere di più", ok; quindi non fatelo! - Luca Boscardelli per Staff FaceRE

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Commenti

    • Non so se è arrivato il messaggio ...... non può essere il singolo a dire se sarebbe giusto o meno fermare l'innovazione . Ogni cambiamento deve necessariamente fare i conti con il mercato . Se la risposta sarà positiva la novità avrà seguito, altrimenti cesserà . Niente di più ..... 

    • Il tuo messaggio è chiaro Mario,ed è senza dubbio condivisibile.

      Staff FacesRE

    • luca le innovazioni se sono vincenti non le fermi. si impogono inevitabilmente. L 'importante è mantenere le persone all' interno del mondo del lavoro o ricollocandole altrove o riqualificandole. in assenza di queste possibilità per le più diverse ragioni lo Stato Sociale deve intervenire. L' innovazione non deve creare emarginazione sociale o barboni in strada. Se è così viva l 'innovazione. Io sono per una innovazione ancora più spinta dove le ''macchine'' sostituiscono l uomo totalmente  liberandolo definitivamente dal ''sudore della fronte'' : nel mondo antico a lavorare erano gli schiavi.   ----  Poi le innovazioni vanno ''gestite''. Ci sono settori tutelati dove l 'innovazione è frenata per l 'evidente impatto negativo sulla vita di migliaia di lavoratori, mentre altri, dove la posta in gioco è più contenuta, può procedere con una maggiore velocità. ciao roberto.

    • Ci sono molti spunti interessanti nel tuo commento, ma, se me lo concedi, si direbbe che il vero problema dal tuo punto di vista, sia la gestione delle popolazioni umane, più che l'innovazione di per se (e non dico che sia sbagliato) . Tu cosa ne pensi?

       

    • no. diciamo che l 'innovazione deve essere ''accompagnata''. nessuno mette in discussione l 'innovazione. ti dico una cosa luca. io sono nato nel 1959. oggi siamo nel 2020. in questi 61 anni ci sono stati più cambiamenti che, esagerando un po', in 2000 anni. io il medioevo l'ho vissuto. mi ricordo mia mamma. per lavare i panni usava una tavola di legno che appoggiava alla vasca. aveva la gobba nella schiena. mio nonno in friuli non aveva tv e il bagno era un gabbiotto nel cortile. quando andavo all'estero da rgazzino telefonare a mia mamma era una fatica. in casa il telefono era un duplex. sai cosa era un duplex? e poi costava così tanto che lo si usava solo per comunicare o ricevere eventuali disgrazie. mio padre scriveva a mio nonno, (che non aveva il telefono) poi mio nonno rispondeva a mio padre. il tutto 2 mesi. quindi come potrei essere contro l' innovazione. ti ripeto va ''accompagnata''. le ragioni esposte nel post precedente non sono affatto secondarie. l 'innovazione è un cavallo che va guidato con buone briglie se vogliamo evitare pesanti effetti collaterali. ciao. 

    • Ok, ma non credo tu abbia detto qualcosa di diverso da quanto ti ho chiesto. L'innovazione arriva e basta, le persone di per se deciderebbero per "loro convenienza/piacere" se sostenerla o meno, poi ci sono i governi che decidono cosa si può fare e cosa no (almeno su alcuni temi) ad esempio negli Usa puoi rogitare on-line su un portale, in italia no (per ora), in spagna puoi sottoscrivere un mutuo on-line facendo tutto dal portale (Idealista in spagna è leader di questo servizio, erogano direttamente loro i mutui agli acquirenti di immobili) in Italia no, e che si possa fare o meno non è un limite tecnologico ma una volontà del legislatore. Ma per rimanere su un esempio che hai fatto tu, lavare i panni, una fatica certamente prima della lavatrice; ma che tu sappia l'arrivo delle lavatrici domestiche ha portato una rivolta delle lavandaie? magari si, e sarebbe stato giusto impedire la vendita delle lavatrici, o comunque ostacolarla? sarebbe stato meglio che tu mamma si facesse un paio d'anni in più di lavaggio sulla vasca per la causa?

      Di solito il primo filtro, per moltissime tecnologie, è il costo. Spesso gli "albori" di una innovazione sono costosi, in pochi possono permettersela, poi un po alla volta il mercato fa il suo corso e porta quella innovazione a tutti, questo è un possibile filtro "naturale". Ma rimane la motivazione alla base del mio articolo e cioè; una volta che tu sai che "quella cosa" si può fare, cosa fai? la ignori, la combatti, o la usi? (parliamo di innovazioni inerenti al proprio campo di interesse ovviamente). Dimmi la tua Roberto...

    • luca non vedo cosa aggiungere. se una innovazione crea milioni di disoccupati la inserirei con una certa gradualità. quante cose sono probabilmente già disponibili ma si aspetta per introdurle di smaltire quello che è in circolo.  l'innovazione deve andare avanti  senza che abbia un duro impatto sul sociale. perchè alla base c'è il benessere delle persone di cui la tecnologia è ancella, non regina. Certo se la lavatrice avesse creato una disoccupazione di massa l'avrei inserita con una certa gradualità. ma credo che il bilancio fosse per lo più positivo per l 'intera collettività, salvo per qualche lavanderia: ma ricordo che anche con la lavatrice non tutto si poteva lavare in casa.e ancora oggi le lavanderie esistono non so se numericamente tanto quanto allora. dicamo: bene il progresso tecnologico ma guardiamo anche quanta occupazione/ disoccupazione crea. se togli 5 posti di lavoro ma ne crei 50 ok. ma se crei 5 posri di lavoro e ne massacri mille ....e questo vale per ogni settore della nostra economia. la tecnologia non è un dio da adorare per forza, Bilanci benefici e svantaggi. accelleri o rallenti. esempio. rogiti on line? ok. quante persone lavorano negli studi notarili in italia? sono ricollocabili ?  fino a quando l 'uomo dovrà lavorare per vivere queste domande te le devi fare soprattutto in un Paese come il nostro dove il lavoro è oro e le casse pubbliche non hanno tutti questi soldi per lanciarli dal cielo con un elicottero.

    • Il tuo pensiero è coerente e condivisibile, il punto è che nessuno tecnologia elimina 5 posti di lavoro per crearne semplicemente 50, ma elimi 50 posti di lavoro per crearne altrettantoi e forse di più ma di diverso tipo, e se chi rischia di perdere il lavoro non riesce a inserirsi in quello nuovo, ecco che si crea un imbuto che è un problema della "gestione delle popolazioni umane", non degli innovatori. Senza dubbio un argomento interessante. Grazie Roberto.

      LucaB

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