Firmato il Dpcm 3 Novembre: nelle zone rosse negozi chiusi, mobilità vietata, Dad dalla seconda media

Il premier Giuseppe Conte ha firmato nella tarda notte il Dpcm che istituisce un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio contagio Coronavirus alla quale appartiene ogni Regione.

. L’impianto del testo è rimasto quello emerso nelle bozze circolate, con la suddivisione del paese in tre aree (rossa, arancione, verde) a seconda dello scenario di rischio. Le ultime novità, rispetto all’ultima bozza, sono che parrucchieri e barbieri resteranno aperti anche nelle aree rosse, dove è previsto il divieto di mobilità e la chiusura dei negozi, e che bar e ristoranti rimarranno chiusi anche nelle zone arancioni.

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Il braccio di ferro con le Regioni: 

Una riunione finale tra il capo del governo, i capi delegazione, i ministri Francesco Boccia, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli e il sottosegretario Riccardo Fraccaro ha messo un punto al braccio di ferro tra l'esecutivo e le Regioni. Uno dei punti accordato riguarda il capitolo ristori che, il Governo allargherà rispetto alle previsioni.

In una lettera inviata da Boccia e dal titolare della Salute Roberto Speranza alle Regioni i due ministri hanno risposto ai rilievi inviati dai governatori sul Dpcm. Sull'elaborazione dei dati - decisiva per stabilire in quale fascia di rischio collocare una Regione - il decreto «garantisce il coinvolgimento» delle Regioni stesse, spiega il governo. Non solo, infatti, i governatori partecipano alla cabina di regia sull'emergenza sanitaria ma nel Dpcm si precisa che il ministero della Salute emetterà le ordinanze di chiusura “sentiti” i presidenti delle Regioni, si sottolinea nella lettera. La missiva, sulla richiesta di ristori, assicura: il decreto sarà varato in settimana, le erogazioni saranno “tempestive”. La cifra prevista inizialmente di 1,5 miliardi probabilmente non basterà. E il rebus si complica perché, anche volendo, i tempi per chiedere un nuovo scostamento di bilancio sono strettissimi

Le misure in vigore in tutta Italia:

Tra le nuove regole previste a livello nazionale ci sono il coprifuoco dalle 22 alle 5, la capienza dei mezzi pubblici ridotta al 50% (esclusi gli scuolabus), chiusura di tutti i musei e dei centri commerciali nel weekend (a eccezione delle attività essenziali presenti all’interno come farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabacchi e edicole), smart working ai massimi livelli possibili, sia nella pubblica amministrazione che nel settore privato. Stop alle crociere e ai concorsi (questi ultimi tranne che per il personale della sanità). Mascherina obbligatoria a scuola per i bambini delle elementari e delle medie, anche quando sono seduti al banco. Chiusura dei “corner” adibiti alle attività di scommesse e giochi ovunque siano collocati, dunque stop alle slot machine nei bar e dai tabaccai. Didattica a distanza al 100% per gli studenti delle scuole superiori (ma gli alunni di elementari e medie invece restano in classe, almeno nelle Regioni che non hanno già applicato ordinanze più restrittive).

Chi decide la zona:

Le disposizioni del Dpcm si applicano dal 5 novembre al 3 dicembre 2020. Posta la cornice nazionale, saranno i criteri «scientifici e oggettivi» validati dall’Istituto superiore di Sanità a fare da guida nell’adozione caso per caso delle azioni di contenimento dell’epidemia.Gli scenari indicati sono dunque tre. La classificazione di una Regione in uno dei tre scenari indicati («rosso», «arancione» e «verde») sarà decisa dal ministero della Salute con ordinanza sulla base dei 21 parametri di riferimento. Alcuni di questi sono stati indicati dallo stesso premier: si tratta dell'indice Rt, dei focolai e della situazione di occupazione dei posti letto negli ospedali.

Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige e Valle d'Aosta le Regioni candidate alla stretta più decisa (zona rossa). Puglia Liguria Veneto al momento sono in bilico tra zona arancione e verde. Mentre la Campania (per il momento in zona arancione) potrebbe andare in zona rossa. In zona verde tutte le altre per il momento, ma solo nelle prossime ore saranno disponibili i dati aggiornati del monitoraggio del Ministero della Salute, con il Cts che si riunirà per analizzarli in modo da consegnare al governo la “fotografia” più attuale della situazione epidemiologica in Italia.

Lockdown di fatto nelle zone rosse:

Nella fascia rossa ci saranno le Regioni considerate in una situazione di “massima gravità”, dunque compatibile con quella ipotizzata nello “scenario 4” del documento dell’Iss con un Rt sopra l’1,5 e una «trasmissibilità non controllata» del virus. È questa la fascia in cui sono previste le misure più restrittive. Il provvedimento ferma i negozi (ad eccezione di parrucchieri e estetisti), i mercati, tutte le attività di bar, gelaterie, pasticcerie e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l'asporto consentito fino alle 22). Restano aperte anche le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie. Nelle stesse zone, viene sottolineato da fonti di governo, restano aperte «industrie, artigianato, edilizia e servizi», oltre alle scuole elementari e alla prima media.

Consentita l'attività motoria «in prossimità della propria abitazione» e con obbligo della mascherina e l'attività sportiva «esclusivamente all'aperto e in forma individuale». Sospese le attività sportive anche svolte nei centri sportivi all'aperto.

Nelle zone rosse anche per i ragazzi della seconda e terza media (oltre che per le superiori) sarà in vigore la didattica a distanza.

Di fatto si potrà uscire di casa solo per «comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute», nonché per tutti quegli spostamenti «strettamente necessari» ad accompagnare i bambini a scuola. «È vietato - si legge nella bozza - ogni spostamento in entrata e uscita dai territori» nonché «all'interno dei medesimi territori». Il provvedimento di stop alla circolazione - che sarà adottato con ordinanze del ministro della Salute - può riguardare intere «Regioni o parti di esse».

Bar e ristoranti chiusi, ma negozi aperti nelle zone arancioni:

In seconda fascia arancione ci sono invece tutti quei territori in cui il fattore di rischio è compatibile con lo “scenario 3”, con un Rt tra 1,25 e 1,5 e una «trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo».

In questo caso sono previsti interventi «lievemente meno restrittivi» come chiusura per tutta la giornata di bar e ristoranti. I negozi restano aperti. Ma è imitato in queste zone anche «ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza» salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità».

Nell’ultima fascia verde, la terza, finiranno invece tutte le Regioni che hanno un indice di rischio compatibile con lo “scenario 2”, dove l’Rt si colloca tra l’1 e l’1,25. Qui varranno solo le misure valide a livello nazionale.

Misure d'intesa con Regioni, valide 15 giorni:

Le «ulteriori misure di contenimento del contagio» nelle Regioni, o in parte di esse, che ricadono nello scenario di rischio 3 o nello scenario di rischio 4 entrano in vigore «con ordinanza adottata dal Ministro della salute d'intesa con il presidente della Regione interessata». La verifica del ministero della Salute dei presupposti che pongono una Regione nello scenario 3 (“elevata gravità e livello di rischio alto”) o nello scenario 4 (”massima gravità e livello di rischio alto”) avviene con «frequenza almeno settimanale». Le ordinanze «sono efficaci per un periodo minimo di 15 giorni e comunque non oltre la data di efficacia del presente decreto», si legge ancora nella bozza.

Regioni chiedono misure omogenee e stop tasse:

Perplessità sul Dpcm sono state sollevate dai presidenti di Regione, che hanno chiesto misure per il contenimento del Coronavirus omogenee in tutto il territorio nazionale. Da segnalare inoltre la richiesta che la valutazione del rischio epidemiologico venga fatto in collaborazione con i dipartimenti di prevenzione regionali. E poi un decreto con indennizzi per le categorie economiche da presentare contestualmente al Dpcm, congedo parentale e riconciliazione e ancora esenzione 2020-21 dei tributi per tutte le attività economiche soggette a provvedimenti di chiusura.

«Destano forti perplessità e preoccupazione le disposizioni che comprimono ed esautorano il ruolo e i compiti delle Regioni e delle Province autonome, ponendo in capo al Governo ogni scelta e decisione sulla base delle valutazioni svolte dagli organismi tecnici». E' quanto si legge nella lettera inviata dal presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome, Stefano Bonaccini, al premier Conte e ai ministri Speranza e Boccia dopo il confronto sullo schema del nuovo Dpcm. Secondo le Regioni è «indispensabile instaurare un contraddittorio per l'esame dei dati con i dipartimenti di prevenzione dei servizi sanitari regionali prima della adozione degli elenchi» delle aree a rischio.

Boccia, da regioni ed enti locali proposte costruttive:

«È stata un'intensa giornata di lavoro con Regioni e Enti locali caratterizzata da confronto continuo e leale collaborazione. I contributi arrivati da Regioni ed Enti locali sono assolutamente costruttivi. Dal governo sono state elaborate e trasmesse indicazioni chiare per le misure nazionali e per le restrizioni potenziali da attuare, in automatico, nei territori ritenuti in condizioni sanitarie più critiche. Così come saranno automatici e tempestivi tutti i ristori per le attività colpite. Ancora una volta abbiamo lavorato fianco a fianco per un'azione condivisa con i territori avendo un obiettivo unico comune: proteggere sempre la salute e rafforzare le reti sanitarie per contenere il più possibile la diffusione del virus». Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, al termine del lungo confronto avvenuto in questi giorni di preparazione del testo del nuovo Dpcm.

Nuovo decreto da 1,5 mld, ristoro automatico ad attività chiuse:

Sul fronte indennizzi, il decreto ristori “bis”, cui si sta lavorando con l'obiettivo di portare il testo in Cdm giovedì, dovrebbe valere circa 1,5 miliardi ed estenderà alle nuove attività chiuse in seguito al nuovo Dpcm (come commercio in regioni a rischio alto o parrucchieri nelle 'zone rosse' a rischio massimo) gli aiuti già previsti con il decreto Ristori varato la scorsa settimana. Ci saranno quindi contributi a fondo perduto con lo stesso meccanismo automatico e bonifici in due settimane (ed entro metà dicembre per chi dovrà fare domanda), ma anche la cancellazione per le attività coinvolte della seconda rata Imu, il credito d'imposta per gli affitti e la sospensione del versamento dei contributi. Si starebbe studiando anche un meccanismo per aiutare in automatico, senza bisogno di nuovi decreti, la eventuale chiusura di esercizi commerciali di regioni che dovessero salire di categoria in futuro.

tratto dal Sole24ore

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