Governo: trovato l’accordo sugli Affitti Brevi. Nuove regole e futuro degli alloggi turistici.

Entrano nella manovra finanziaria importanti novità per il settore degli affitti brevi, con l'introduzione di un codice identificativo nazionale e un aumento dell'aliquota fiscale per le seconde case messe in affitto per periodi fino a 30 giorni. Il testo, firmato dal capo dello Stato, ora passa alla prova delle Camere.

Ma quali sono le implicazioni di queste modifiche e come potrebbero influenzare il futuro del mercato degli affitti turistici?

Il Nuovo Codice Identificativo Nazionale:

La proposta di Forza Italia, ora integrata nella manovra, prevede un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi. Questo codice ha l'obiettivo di combattere l'evasione fiscale nel settore, garantendo che chi affitta le proprie abitazioni per brevi periodi ai turisti sia facilmente identificabile e paghi le tasse dovute.

Aumento dell'Aliquota Fiscale:

La manovra ha anche confermato l'aumento al 26% dell'aliquota fiscale per le seconde, terze e quarte case messe in affitto per periodi fino a 30 giorni. Per la prima casa, l'aliquota rimane al 21%. Questo aumento fiscale potrebbe portare, secondo le stime, fino a un miliardo di euro in più nelle casse dello Stato, che verranno utilizzati per ridurre le tasse sulla casa.

Il Futuro degli Affitti Turistici:

Secondo la redazione di AgentiImmobiliari.org, come anticipato in precedenti articoli e suggerito da indiscrezioni riguardanti Airbnb, il panorama degli affitti turistici potrebbe subire una svolta rilevante. Si ipotizza che Airbnb, insieme ad altri colossi del settore, possa iniziare a gestire direttamente gli alloggi dei propri host, stipulando con loro contratti di locazione di almeno 12 mesi e successivamente occupandosi per loro delle locazioni brevi. Questa strategia permetterebbe di eludere le nuobve normative e le tasse correlate, incrementando la dipendenza dei proprietari e dei consumatori dai principali portali online.

Un tale scenario, se realizzato, rischierebbe di emarginare ulteriormente il ruolo del mediatore immobiliare nel contesto degli affitti di breve durata, impoverendo l’offerta di sevizi immobiliari diversificati.

Conclusioni:

Le nuove regolamentazioni sugli affitti brevi rappresentano un tentativo di regolamentare un settore in rapida crescita e di garantire che tutti paghino le tasse dovute. Tuttavia, come spesso accade, se operatori del settore e governo non guardano allo stesso obiettivo, le grandi aziende potrebbero trovare modi per aggirare facilmente queste regole, portando a ulteriori stravolgimenti nel mercato degli affitti turistici.

La Redazione

 

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