Il governo cancella gli strumenti dello sconto in fattura e di cessione dei crediti, eliminando di fatto il Superbonus edilizio.

 

Con una mossa a sorpresa, a porte chiuse, trapelata solo a poche ore dall’approvazione in Consiglio dei ministri, il governo ha scritto e dato il via libera a un decreto che mette fine alle due opzioni in caso di lavori edilizi, che di fatto davano forma al Superbonus.10968528879?profile=RESIZE_710x

 Stop totale a sconti in fattura e cessione dei crediti, oltre al divieto per gli enti pubblici di comprare quelli già sul mercato:

Il cambio sarà immediato – dal momento in cui entrerà in vigore il provvedimento – e riguarderà tutti i tipi di lavori. Il decreto è stato licenziato all’unanimità, hanno sottolineato fonti dell’esecutivo, viste le fibrillazioni dentro Forza Italia che per un breve momento aveva spalleggiato l’Ance, l’associazione dei costruttori, in particolare sullo stop alla cessione dei crediti fiscali già in pancia agli enti locali. La frattura è stata poi ricomposta in Consiglio dei ministri. In serata il decreto è stato firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed è diventato legge.

Quindi ora scatta il divieto alla cessione dei crediti alle pubbliche amministrazioni; il testo prevede anche che da ora in avanti non potrà più essere utilizzata l’opzione dello sconto in fattura o della cessione del credito. In definitiva rimane solo lo strumento della detrazione.

Lo stop è valido dall’entrata in vigore del decreto ma fanno eccezione solo gli interventi per cui sia già stata presentata la Cila, ovvero la comunicazione di inizio lavori. Nel caso di interventi effettuati dai condomini, oltre alla Cila, deve risultare adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori. Infine per gli interventi comportanti demolizione e ricostruzione degli edifici deve essere stata presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abitativo. È stata inoltre alleggerita la responsabilità in solido dei cessionari in possesso di apposita documentazione, fatto salvo il dolo.
Per l’Ance questa decisione inattesa è inspiegabile e insostenibile e: “segna il tracollo di tutto il comparto”. La preoccupazione dei costruttori è legata in particolare all’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici che, ha detto la presidente dell’Ance Federica Brancaccio, “si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie”.
Da ottobre aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non si rendono conto delle conseguenze devastanti, sul piano economico sociale, della decisione che hanno preso”, aveva aggiunto Brancaccio.

 

La redazione

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