La Reversibilità della Pensione: Una Guida Completa

La reversibilità della pensione è un aspetto importante del sistema previdenziale italiano. Uno strumento indispensabile a protezione e sostegno delle nostre famiglie.

Un punto spesso poco chiaro è che anche le proprietà immobiliari possono influire sul calcolo delle somme reversibili agli aventi diritto. In questo articolo, esploreremo il concetto di reversibilità, i beneficiari, le modalità di calcolo e le condizioni per riceverla, con dati aggiornati al 2023.

La reversibilità della pensione è una prestazione prevista dal sistema previdenziale italiano che garantisce il sostegno economico ai familiari superstiti di un pensionato o di un lavoratore deceduto. Questo meccanismo di protezione sociale si basa sul principio di solidarietà intergenerazionale, in quanto intende assicurare una forma di sostentamento ai familiari che erano economicamente dipendenti dal pensionato o dal lavoratore.

Vengono considerati “aventi diritto” solo le persone che risultino a carico del defunto al momento del suo decesso.

Beneficiari della pensione di reversibilità: La pensione di reversibilità può essere erogata a diverse categorie di beneficiari, in particolare:

  1. Il coniuge superstite: ha diritto alla reversibilità il coniuge legittimo, il coniuge separato con assegno di mantenimento e il coniuge divorziato che percepisce l'assegno di mantenimento.
  2. I figli: hanno diritto alla reversibilità i figli legittimi, naturali, adottivi e quelli del coniuge, purché siano minori di 18 anni, studenti fino a 21 anni, oppure inabili al lavoro senza limiti di età.
  3. I genitori: se non ci sono coniuge e figli aventi diritto, la pensione di reversibilità può essere erogata ai genitori del defunto, purché questi risultino economicamente dipendenti dal figlio deceduto.
  4. Altri familiari: in assenza di coniuge, figli e genitori aventi diritto, possono beneficiare della pensione di reversibilità anche gli altri familiari (fratelli, sorelle, nipoti) che fossero a carico del defunto.

Calcolo della pensione di reversibilità: La misura della pensione di reversibilità è calcolata in base alla pensione che il defunto percepiva o avrebbe percepito al momento del decesso. La percentuale erogata varia a seconda del numero e della tipologia dei beneficiari:

  1.  Per il coniuge superstite senza figli, e senza un reddito dimostrabile, la percentuale è del 60% della pensione del defunto.
  2.  Per il coniuge con uno o più figli a carico, la percentuale sale al 70% della pensione del defunto, suddivisa tra il coniuge e i figli.
  3.  In assenza di coniuge, la pensione viene suddivisa tra i figli in parti uguali, per un totale del 70% della pensione del defunto.
  4.  Se non ci sono coniuge e figli, la pensioni viene erogata ai genitori per il 40% della pensione del defunto.
  5.  In assenza di coniuge, figli e genitori, la pensione viene erogata agli altri familiari per il 20% della pensione del defunto.

 

Durata della pensione ai superstiti: Il diritto alla pensione di reversibilità non sempre è a tempo indeterminato.

Per il coniuge, il diritto cessa nel caso in cui egli contragga un nuovo matrimonio, con diritto tuttavia a due annualità della quota di pensione nella misura spettante alla data delle nuove nozze, una tantum e compresa la tredicesima.

I figli minori, come già detto, cessano di avere diritto alla reversibilità al compimento dei 18 anni. A meno che non siano studenti o studenti universitari, nel qual caso la soglia si eleva, rispettivamente, a 21 anni e a 26 anni di età.

I figli inabili perdono il diritto se viene meno il loro stato di inabilità. Lo stesso discorso fatto per i figli vale per i nipoti. I genitori, invece, non beneficiano più della reversibilità se conseguono un'altra pensione. Mentre i fratelli e le sorelle se conseguono un'altra pensione, contraggono matrimonio o cessano di essere inabili.

Se il coniuge superstite ha un reddito dimostrabile: è importante considerare che ci possono essere limiti di reddito previsti dalla legge per avere diritto a tale prestazione. In generale, il coniuge superstite ha diritto alla pensione di reversibilità anche se possiede un reddito dimostrabile, purché il reddito complessivo (ossia, la somma del reddito personale e della pensione di reversibilità) non superi un determinato limite stabilito dalla legge. Se il reddito complessivo supera il limite, la pensione di reversibilità potrà essere ridotta.

Quali sono i redditi non cumulabili con la pensione di reversibilità: La quota di reversibilità può essere cumulata anche con redditi personali, purché nel limite dei 22.315,41 euro l’anno. Se i superstiti possiedono redditi superiori, la somma di denaro erogata subisce una decurtazione che varia a seconda dell'ammontare del reddito.

La decurtazione è del 25% in caso di reddito compreso tra 22.315,41 e 29.753,88 euro, del 40% in caso di reddito compreso tra 29.753,88 e 37.192,35 euro; oppure del 50%, per redditi superiori a 37.192,35 euro.

Le percentuali di decurtazione per reddito eccedente, indicate sopra, sono da sottrarre alla percentuale di reversibilità erogata per tipologia di beneficiario. Ad esempio, nel caso del coniuge superstite senza figli a carico, la percentuale di decurtazione di un ipotetico 25% sarà applicata al 60% di reversibilità sulla pensione del coniuge defunto.

Facciamo un esempio pratico: ipotizzando una pensione del coniuge defunto, in vita, pari a 26.000 euro netti annui, il coniuge superstite senza figli a carico e senza un reddito dimostrabile eccedente i minimi previsti per la decurtazione, percepirà una pensione di reversibilità pari a 15.600 euro annui. Se il coniuge superstite possedesse invece un reddito dimostrabile eccedente i limiti di legge, ad esempio tra 22.315,41 e 29.753,88 euro annui, verrebbe applicata la decurtazione del 25% al 60% di diritto, portando l'avente diritto a percepire una reversibilità di 11.700 euro annui. Questa pensione di reversibilità sarà sommata al reddito già percepito dall'avente diritto e potrà comportare un aumento delle imposte IRPEF.

Cosa si intende per reddito dimostrabile: i redditi da valutare per la riduzione dell'importo della pensione sono tutti i redditi assoggettabili all'IRPEF, al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali, con esclusione: dei trattamenti di fine rapporto comunque denominati e relative anticipazioni, del reddito della casa di abitazione principale e delle competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.

Fanno quindi parte dei redditi da calcolare ai fini delle riduzioni della pensione di reversibilità, anche tutte le proprietà immobiliari che non siano l’abitazione principale, e le quote azionarie o di fondi di investimento che devono essere obbligatoriamente indicate nella dichiarazione reddituale, e che risultano in possesso dell'avente diritto. Appare ora chiara l'importanza di valutare quali capitali sia opportuno dichiarare, ai fini della dichiarazione dei redditi, in previsione della richiesta di reversibilità della pensione, al fine di evitare pesanti decurtazioni.

Ad esempio, se si possiede una proprietà immobiliare che non costituisce abitazione principale, e non produce entrate sufficienti per ammortizzare le decurtazioni alla reversibilità, è importante valutare se conviene gestire l'immobile per valorizzarlo attraverso interventi specifici, così da ottenere un reddito adeguato che copra i costi, o se conviene venderlo per investire il capitale in modo diverso. Questo tipo di consulenza deve essere portata all'attenzioni di un agente abilitato in mediazione immobiliare. Questa figura professionale, abilitati presso le Camere di commercio, è la professionalità più idonea a valutare i valori immobiliare da gestire, e gli investimenti più performanti per ogni singolo caso.

Le dichiarazioni reddituali: Sia all’atto della domanda di pensione che negli anni successivi il coniuge deve presentare una dichiarazione reddituale attestante i redditi percepiti nello stesso anno, al fine di determinare l’esatta misura della riduzione da operare sulla pensione.

Condizioni per la pensione di reversibilità: Per ottenere la pensione di reversibilità, è necessario soddisfare alcune condizioni, tra cui:

  1. Il defunto deve aver maturato almeno un anno di contribuzione, oppure 5 mesi di contribuzione nell'ultimo anno antecedente il decesso. In alcuni casi, le condizioni possono variare a seconda delle specifiche normative e dei regolamenti del settore lavorativo in cui il defunto era occupato.
  2.  I beneficiari devono presentare la domanda di pensione di reversibilità all'ente previdenziale competente (come l'INPS) entro i termini previsti dalla legge. In genere, il termine per la presentazione della domanda è di 12 mesi dalla data del decesso del pensionato o del lavoratore. Tuttavia, è importante verificare i termini specifici previsti per ciascun caso.
  3.  I beneficiari devono dimostrare il legame di parentela o il vincolo matrimoniale con il defunto, nonché la dipendenza economica nei confronti del pensionato o del lavoratore deceduto.

Conclusioni: La reversibilità della pensione rappresenta un'importante forma di protezione sociale per i familiari dei pensionati e dei lavoratori deceduti. Essa contribuisce a garantire il sostentamento economico delle persone che erano economicamente dipendenti dal defunto, assicurando così una continuità nella tutela delle famiglie. È importante conoscere le condizioni e le modalità per accedere a questo diritto, al fine di garantire il benessere dei propri cari in caso di eventi tragici e imprevisti.

La redazione

Foto di Rene Asmussen

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