Ristori alle imprese, cassa integrazione e tasse cancellate o rinviate: la mappa degli aiuti per la seconda ondata nei grandi Paesi Ue

Mettiamo a confronto le misure varate dai governi di Berlino, Parigi, Madrid e Roma. Un ristorante o un negozio con 200mila di fatturato 2019, costretto a chiudere causa restrizioni anti contagio, in Italia ha diritto a un indennizzo di circa 6.800 euro. In Germania, la stessa attività può contare su 12.700 euro. In Francia il contributo arriva fino a 10mila euro. In Spagna la cifra è molto più bassa: circa 2mila euro. La Repubblica federale ha anche varato l'intervento fiscale più generoso: Iva ridotta di tre punti per stimolare i consumi

C’è ristoro e ristoro. Un ristorante o un negozio con 200mila di fatturato 2019, costretto a chiudere a causa delle nuove restrizioni anti contagio, in Italia ha diritto a un indennizzo di circa 6.700 euro. In Germania, la stessa attività può invece contare su un aiuto a fondo perduto fino 12.700 euro. In Francia il contributo arriva fino a 10mila euro. In Spagna la cifra è molto più bassa: circa 2mila euro. La mappa dei sostegni previsti per le imprese danneggiate dalla seconda ondata di Covid 19 che ha travolto tutta l’Europa occidentale ricalca inevitabilmente la grandezza delle relative economie ed è legata a doppio filo alla diversa possibilità di indebitamento concessa dallo stato delle finanze pubbliche: Berlino partiva da un debito/pil che prima della pandemia era sotto il 60%, mentre quello di Roma sfiorava già il 135%. E alla “battaglia” autunnale si è arrivati dopo che la prima ondata aveva già richiesto spese senza precedenti, per circa 100 miliardi in Italia e Francia, oltre 200 in Germania, 40 in Spagna.

 

Italia: ristori da 1000 a 150mila euro - 2/5

In Italia le piccole imprese e gli autonomi delle zone rosse penalizzati dal dpcm del 3 novembre, insieme ai ristoratori delle zone arancioni, si vedono rinviare al prossimo aprile il versamento del secondo acconto dell’Irap e dell’Ires: in questo modo potranno pagare in base agli effettivi introiti 2020, che sconteranno l’impatto della pandemia. Ecco tutti gli aiuti previsti.

Dipendenti – Per far fronte alle conseguenze economiche delle nuove restrizioni introdotte per contenere la seconda ondata il governo ha rinnovato la cig Covid di 6 settimane e anticipato che con la legge di Bilancio ne verranno concesse altre 12, fino a fine marzo 2021. In parallelo prosegue anche il blocco dei licenziamenti. L’ammortizzatore, ritardi permettendo – 17mila persone non hanno ricevuto nemmeno una mensilità e oltre 200mila domande sono ancora da esaminare – garantisce ai beneficiari l’80% della retribuzione globale che sarebbe loro spettata per le ore non lavorate causa riduzione delle attività fino a una cifra massima di 1.129,65 euro per le retribuzioni più alte.

Lavoratori autonomi – Per i lavoratori autonomi danneggiati dalle restrizioni sono state previste nuove indennità: 1.000 euro per stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo (stessi requisiti del decreto Rilancio), intermittenti e stagionali degli altri settori, autonomi che siano stati titolari di contratti occasionali non rinnovati, incaricati di vendite a domicilio.

Imprese – Per le imprese danneggiate dalle nuove chiusure il decreto Ristori e il Ristori-bis mettono sul piatto 3,4 miliardi che verranno distribuiti dall’Agenzia delle Entrate alle partite Iva con lo stesso meccanismo varato in giugno con il decreto Rilancio: gli aiuti spettano in proporzione al calo dei ricavi registrato in aprile e a condizione che sia calato di almeno un terzo rispetto a quello di aprile 2019. L’entità dei ristori, a seconda del codice Ateco dell’attività, va dal 100% al 400% del contributo già ricevuto o che si sarebbe potuto chiedere a giugno, a sua volta calcolato come percentuale (2015 o 10% a seconda della grandezza dell’azienda) del calo di fatturato tra aprile 2019 e aprile 2020. Il contributo minimo è 1000 euro per le persone fisiche e 2.000 per le aziende, il massimo 150mila euro. Qualche esempio: un ristorante con ricavi 2019 tra 400mila euro e 1 milione ha diritto al 200% del contributo ricevuto in precedenza, cioè in media 13.920 euro. Un grande albergo (oltre 5 milioni di ricavi) può arrivare a un ristoro di 100mila euro. Per le discoteche, che hanno riaperto solo per un mese tra metà luglio e il 16 agosto, i nuovi ristori saranno il 400% di quelli di giugno: in media 11.592 euro per quelle che dichiarano meno di 400mila euro, secondo simulazioni del Tesoro. Il calcolo non è semplicissimo: il ristorante dell’esempio iniziale, con 200mila euro di fatturato 2019, ha diritto al 200% dell’aiuto ricevuto a giugno, a sua volta pari al 20% della perdita subita ad aprile rispetto all’aprile 2019: ipotizzando che nel pieno del primo lockdown sia stato chiuso e non abbia incassato nulla, prenderà ora circa 6.700 euro.

Tasse – Sul fronte fiscale, sempre per le attività colpite dal dpcm viene cancellata la seconda rata Imu, dovuta entro il 16 dicembre e sono “sospesi” i versamenti dei contributi per il mese di novembre. Gli acconti di Ires e Irap in scadenza il 30 novembre sono posticipati ad aprile 2021 per tutte le imprese e i professionisti soggetti agli Indici sintetici di accertamento (gli ex studi di settore) che operano nelle zone rosse, indipendentemente dal calo di fatturato, e per i ristoranti delle zone arancioni. Sono poi rinviate al 16 marzo ritenute e Iva dovute entro fine mese, per tutte le attività sospese ma anche per hotel, agenzie di viaggio e tour operator. Chi ha un affitto commerciale avrà diritto anche per ottobre, novembre e dicembre a un credito di imposta del 60%, cedibile al proprietario.

Prestiti – Il governo ha poi reso disponibili a partire da marzo garanzie pubbliche sui prestiti: 100 miliardi per il Fondo pmi che garantisce il 100% su prestiti fino a 30mila euro e il 90% su quelli fino a 5 milioni in favore di imprese, artigiani, autonomi e professionisti (il plafond è stato raggiunto il 5 novembre), 200 miliardi di garanzie della Sace al 90% per le aziende fino a 5mila dipendenti e 1,5 miliardi di fatturato e al 70-80% per le imprese più grandi. Deve invece ancora partire il fondo Patrimonio rilancio da 44 miliardi che dovrebbe entrare nel capitale delle aziende in crisi.

 

Germania: chi chiude avrà il 75% dei ricavi - 3/5

Dipendenti – A marzo è stato esteso fino a dicembre 2021 il Kurzarbeitergeld, equivalente della cassa integrazione. Fino a fine anno il valore dell’assegno, in percentuale rispetto allo stipendio che si riceveva prima, è stato aumentato: dal quarto mese di cassa sale dal 60 al 70% per chi è senza figli e dal 67 al 77% per chi ne ha, dal settimo mese passa rispettivamente all’80 e 87% della retribuzione precedente.

Imprese e autonomi – Dopo l’annuncio del lockdown light, iniziato il 2 novembre, il governo Merkel ha annunciato lo stanziamento di 10 miliardi per le attività colpite e anche i lavoratori autonomi danneggiati. Chi è stato chiuso o può provare che l’80% dei suoi ricavi derivavano da imprese costrette a chiudere ha diritto al 75% dei ricavi medi di novembre 2019, fino a un massimo di 1 milione di euro. Per i ristoranti il rimborso è limitato ai ricavi da pasti consumati nel locale, mentre è esclusa la parte legata all’asporto, soggetto a un’aliquota Iva più bassa. Il governo sta negoziando con la Commissione Ue per ottenere il via libera a sussidi anche superiori a 1 milione. La richiesta va presentata attraverso un consulente fiscale, con l’eccezione degli autonomi che abbiano diritto a meno di 5mila euro: loro possono farla direttamente.
Durante la prima ondata erano invece stati offerti alle aziende con fatturato fino a 50 milioni, a condizione che avessero registrato cali di oltre il 60% in aprile e maggio rispetto agli stessi mesi del 2019, contributi una tantum a copertura di una quota (dal 40 all’80%) dei costi fissi come affitto, interessi, bollette, licenze, abbonamenti a internet, costi per commercialisti e consulenti sostenuti in giugno, luglio e agosto. L’aiuto poteva arrivare fino a 9mila euro per tre mesi alle attività con un massimo di 5 dipendenti, fino a 15mila euro per tre mesi a quelle fino a 10 impiegati, fino a 150mila euro per tre mesi alle più grandi. Per questa misura erano stati stanziati 25 miliardi. In settembre e ottobre il meccanismo è stato reso più generoso: è arrivato a coprire il 90% dei costi fissi per chi ha visto scendere i ricavi di più del 70%, fino a un massimo di 50mila euro mensili. E spetta anche a chi abbia subito cali delle vendite di almeno il 30% in media tra aprile e agosto.

Tasse – A luglio Berlino ha tagliato fino a fine anno l’aliquota Iva ordinaria dal 19 al 16% e quella ridotta dal 7 al 5%. Facendo domanda all’ufficio fiscale competente, le imprese danneggiate dal lockdown hanno potuto poi chiedere il rimborso degli anticipi pagati per i 2020 e dei pagamenti fatti per il 2019 e il rinvio dei versamenti.

Prestiti – Il governo ha creato un fondo da 400 miliardi per fornire garanzie sui prestiti e ha rifinanziato con oltre 350 miliardi i programmi di garanzia della Kfw, omologa di Cassa depositi e prestiti. Altri 100 miliardi sono stati destinati alle ricapitalizzazioni. Previsti poi per le pmi prestiti fino a 800mila euro con garanzia del 100% nell’ambito del KfW Special Programme.

 

Francia: aiuto in base al calo di fatturato - 4/5

Dipendenti – Per i disoccupati è stato allungato il periodo di ammortizzatori sociali fino alla fine della crisi sanitaria. Sono inclusi tecnici, artisti e lavoratori del mondo dello spettacolo che normalmente beneficiano di un contributo (intermittent du spettacle) per i periodi di scarsa attività. Attualmente, l’assegno di disoccupazione ammonta ad un minimo di 29,38 euro per giorno fino ad un massimo di 256,96 lordi al giorno (corrispondenti ad una cifra compresa fra 881 e 7.708 euro lordi al mese) . Per ottenere la disoccupazione bisogna aver lavorato almeno quattro mesi. Durante l’epidemia, il governo ha strutturato le “chomage partiel”, una sorta di cassa integrazione per ridurre il numero di ore o compensare una chiusura temporanea. Il datore di lavoro continua a pagare lo stipendio che viene cofinanziato dallo Stato fino al 70% dello stipendio lordo fino ad un massimo di 4,5 volte il salario minimo garantito (Smic) che in Francia è pari a 1.521 euro lordi.

Imprese e autonomi – Le aziende in fermo amministrativo e quelle della ristorazionecaffetterie e produzioni cinematografiche, con almeno 50 dipendenti, che abbiano subito un calo di fatturato tra il 50% e il 70% in ottobre potranno beneficiare di un aiuto proporzionato alla flessione degli introiti fino a 10mila euro mensili. Le aziende di tutti i settori che hanno subito una riduzione del giro d’affari superiore al 50% beneficeranno di un aiuto mensile di 1.500 euro. Tutti gli indipendenti rientrano in questa categoria.

Tasse – Stanziato oltre un miliardo per l’esonero dai contributi per le imprese con meno di 50 dipendenti obbligate alla chiusura (esonero totale), per le piccole e medie imprese di turismo, eventi, cultura e sport che restano aperte ma che hanno perso il 50% del loro fatturato (esonero totale), per i lavoratori autonomi con prelievi automaticamente sospesi senza alcuna domanda da presentare. Nella finanziaria per il 2021 sarà introdotto un credito d’imposta su parte degli affitti. Di questa misura beneficeranno le imprese con meno di 250 lavoratori chiuse per fermo amministrativo o perché appartengono al settore dell’hôtellerie, caffè e ristorazione. I proprietari di immobili che accetteranno di rinunciare a un mese di canone sugli ultimi tre del 2020 potranno beneficiare di un credito d’imposta pari al 30% della somma. Controlli e cartelle fiscali sono state sospese fino ad agosto: è in discussione la proroga.

Prestiti – La garanzia pubbliche sui prestiti ad ottobre sono state aumentate da 300 a 315 miliardi. La garanzia è del 90% per le imprese che impiegano in Francia meno di 5mila dipendenti e realizzano un fatturato inferiore a 1,5 miliardi, dell’80% per le aziende che hanno un giro d’affari compreso fra 1,5 e 5 miliardi e del 70% per le altre. Inoltre Lo Stato ha annunciato che accorderà prestiti limitati a tre mesi di fatturato alle imprese con oltre 50 dipendenti. Le grandi aziende che beneficiano del sostegno dello Stato (esonero tasse e contributi oppure garanzie pubbliche) e continuano a staccare cedole dovranno restituire i vantaggi fiscali e contributi pagando anche un’ammenda.

 

Spagna: mini indennizzi agli autonomi - 5/5

Dipendenti – Il governo spagnolo ha adottato il cosiddetto ERTE, un ammortizzatore sociale già utilizzato durante la grande recessione del 2008. Con l’ERTE i lavoratori passano in modo automatico in disoccupazione, percependo un sussidio corrispondente al 70% del proprio salario nei primi sei mesi, finché non terminerà lo stato di emergenza. Inoltre, ad ottobre, per chi ha perso il lavoro fra il 14 marzo e il 30 giugno e non può accedere ad altri ammortizzatori sociali, il governo ha approvato un nuovo sussidio straordinario da circa 430 euro. Si tratta di una misura che dovrebbe riguardare circa 250mila persone.

Autonomi e imprese – A partire dal primo ottobre 2020, per quattro mesi, i lavoratori autonomi obbligati a sospendere le loro attività a seguito di una decisione delle autorità per il contenimento del Covid hanno diritto a un indennizzo, a patto di aver subito una flessione del fatturato del 75%, essere iscritti da almeno 30 giorni nel regime dei lavoratori autonomi ed in regola con i contributi. L’importo della prestazione è pari al 50% della base contributiva minima corrispondente per l’attività effettuata. La somma è aumentata del 20% se il lavoratore autonomo è componente di una famiglia numerosa e il suo è l’unico reddito nell’unità familiare nel periodo di sospensione dell’attività. La prestazione non potrà superare la soglia di 1.939,58 euro mensili.

Tasse – Per le imprese sottoposte a chiusura obbligata sono previste esenzioni contributive fino alla fine di gennaio del prossimo anno. Fino al 31 gennaio 2021 il governo ha varato una moratoria o remissione parziale dei canoni di affitto, quando il locatore è un grande proprietario o ente pubblico. Prevista una proroga alla stessa data anche dei contratti per locazione abitativa alle stesse condizioni e termini del contratto in vigore.

Prestiti – In ambito finanziario, il governo spagnolo ha deciso di ampliare fino a 100 miliardi di euro l’ammontare delle garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese e ai lavoratori autonomi. Sono previste misure ad hoc per il settore turistico e garanzie (2 miliardi in sei mesi) per le imprese orientate all’export. Fino al 90% del finanziamento.

fonti Il Fatto Quotidiano 

Spagna: mini indennizzi agli autonomi - 5/5

 

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