Ritorna in discussione l'incompatibilità tra agente immobiliare e amministratore condominiale alla luce del diritto europeo


Nell'arena del mercato immobiliare e della gestione condominiale, una questione cruciale sta emergendo a livello giurisprudenziale: può una persona ricoprire contemporaneamente i ruoli di agente immobiliare e amministratore condominiale? Con l'ordinanza 3655/2023  (vedi -  ConsiglioStato.pdf), il Consiglio di Stato italiano ha passato il testimone alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CJUE), chiedendo un parere sull'eventuale conflitto di interessi tra le due professioni.

 Contesto legale
La questione è nata da un caso specifico: un amministratore di condominio ha contestato un avviso della Camera di Commercio che gli proibiva di esercitare l'attività di mediazione immobiliare. Due sentenze di grado inferiore avevano già sancito la legittimità dell'interpretazione che suggeriva l'incompatibilità delle due professioni, sulla base della legge italiana e del diritto europeo.

 Il dilemma etico
Al centro del dibattito vi è la preoccupazione che un professionista che esercita entrambi i ruoli potrebbe favorire in maniera impropria gli immobili che amministra, a scapito di altri. Questo comportamento minerebbe l'essenziale requisito di imparzialità e terzietà che dovrebbe caratterizzare un agente immobiliare.

 La Prospettiva del Consumatore
Ma cosa ne pensa il consumatore? Alcuni argomentano che avere una singola figura professionale potrebbe effettivamente essere più conveniente e più efficiente dal punto di vista del cliente. Dopo tutto, esistono modi per aggirare la legge, come attraverso relazioni di parentela, che finirebbero per gravare il consumatore con costi addizionali, a causa della necessità di ricorrere a più figure professionali.

 Normative e Riforme
La situazione è resa ancora più complessa dalle numerose riforme legislative avvenute negli ultimi anni, sia a livello nazionale che europeo. Ad esempio, la legge del 23 dicembre 2021, n. 238, sembra indirizzare la questione verso una visione più flessibile, concentrandosi più su una valutazione caso per caso piuttosto che su una proibizione assoluta.

 Conclusione e Prospettive Future
In questo scenario di incertezza legale e interpretativa, il Consiglio di Stato ha ritenuto opportuno sottoporre la questione alla CJUE. Solo così si potrà ottenere una risposta definitiva che tenga conto sia del quadro normativo in evoluzione sia delle esigenze concrete dei consumatori e dei professionisti coinvolti.

Ecco perché, adesso più che mai, gli occhi sono puntati sulla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che avrà il difficile compito di equilibrare i vari interessi in gioco e fornire una guida chiara per il futuro del settore immobiliare.

La redazione

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